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4 agosto 2021 / librobianco

Racconto breve e sconclusionato…

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Erano ore che Lidia se ne restava ferma quasi ipnotizzata davanti allo specchio, quasi fosse in attesa che la sua immagine riflessa potesse all’improvviso iniziare a parlare, ma soprattutto a dare risposte alle tante domande che assillavano la sua mente. Domande che erano diventate un vero tormento e non le davano alcuna possibilità di trovare un po’ di serenità.

Sapeva benissimo di non essere una bella donna, lo specchio glielo confermava continuamente e questo le aveva sempre creato dei problemi. Era consapevole che la maggior parte delle persone non andava mai oltre l’apparenza, ma si soffermava alla prima impressione, a ciò che gli occhi vedevano; ma nello stesso tempo aveva sempre pensato che non sarebbe stato un problema e avrebbe conosciuto persone in grado di vedere oltre quello che è il semplice aspetto fisico. Purtroppo aveva pensato male, molto male, perché nelle varie esperienze della sua vita le cose non erano affatto andate in questa maniera. La maggior parte delle persone era sempre pronta con battutine stupide, cattive, pungenti e lei per non far notare quanto questo la feriva, cercava sempre di ridere o di anticiparli con l’autoironia.

Ci fu un periodo in cui le cose cambiarono radicalmente e fu quando il suo aspetto cambiò, quando le persone la ritennero degna di essere considerata all’altezza della situazione e non più quella da relegare in un angolo o da usare come zimbello della serata per farsi quattro risate. Fu proprio allora che Lidia capì quanto superficiali fossero coloro che frequentava, quanto stupide possono essere le persone, quanto odiosi gli uomini che vedono solamente un bel sedere e un paio di tette, ma non tutto il resto o le donne solo pronte a criticare senza guardarsi allo specchio.

Una persona non è solo un bel corpo, ha anche sentimenti e pensieri, ha un’anima. Però ben pochi sanno capirlo, sanno comprendere o percepire ciò che l’involucro racchiude.

Lidia aveva iniziato a diffidare di chiunque, non poteva credere di piacere così tanto quando, chi aveva vicino, voleva farle credere di essere interessato al suo parere se si discuteva di politica, di omofobia, di razzismo. Pensava fosse un modo come un altro per far colpo su di lei per poi portarsela a letto e dopo una ripassata darle il benservito. Non sopportava questa nuova delusione, non voleva continuare a vivere sempre con il sospetto di essere solo considerata un bel corpo e nient’altro.

Si rese conto che non era quello che cercava ma non voleva neppure tornare a soffrire come quando era sempre sola. Decise all’improvviso di andare alla spiaggia, da quel mare che tanto amava e che sapeva darle sempre serenità; chissà forse lui avrebbe potuto aiutarla. Arrivata al mare gli si avvicinò lentamente, pensò all’unica persona che l’aveva veramente compresa, che sapeva ascoltarla, che le lasciava la possibilità di sfogarsi; ma “Signora Morte” glielo aveva portato via all’improvviso, lasciandola senza parole, basita, totalmente persa.

Si tolse le scarpe e iniziò a camminare nell’acqua, passo dopo passo si immerse e si affidò totalmente e per sempre al mare…

@ Patrizia Mezzogori

02 Gennaio 2020

7 commenti

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  1. natuurfreak3 / Ago 17 2021 8:28 AM

    bella storia

  2. tachimio / Ott 4 2021 10:06 PM

    Molto bella questa lettura. Brava Patrizia. Complimenti. Un abbraccio. Isabella PS Contenta di ritrovarti attiva qui.

    • Patrizia M. / Nov 9 2021 3:43 PM

      Ti ringrazio Isabella. Perdonami ma sono sempre molto assente.
      Un abbraccio, Pat

      • tachimio / Nov 9 2021 10:27 PM

        Un abbraccio a te. Come te anch’io, perdonata. Isabella

  3. tachimio / Ott 4 2021 10:06 PM

    PS Tanto sconclusionato non è per nulla

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